Prima di entrare nel tunnel della malattia ignoravo ci fosse un termine specifico come CAREGIVER per indicare coloro che si prendono cura di una persona, di un familiare, di un assistito.
Ignoravo che l’86% delle donne è impegnato nell’assistenza a familiari ammalati, figli, partner o, più spesso, genitori; che 1 su 3 se ne prende cura senza ricevere aiuto e solo 1 su 4 è agevolata dal punto di vista lavorativo; che, infine, quando a stare male è lei, si cura e si assiste da sola nel 68% dei casi.
Pensavo infatti che tutto dovesse risolversi nella normale dinamica delle relazioni umane, personali e professionali e che la capacità degli addetti alle professioni sanitarie di prendersi amorevolmente cura di un assistito dipendesse solo dalla più o meno spiccata empatia che riuscivano ad instaurare con quest’ultimo.
Non credevo che CAREGIVER dovesse essere l’ostetrica che ti vede nel panico perché senti che la tua cucciola di neanche 24 ore sta male, che dovrebbe capire che c’è qualcosa che non va e che esula dalla tua (in)capacità di allattarla, la neonatologa che trovi alla scrivania con le mani nei capelli perché non sa né come interpretare l’eco addome di tua figlia né come dirti “abbiamo un problema“, l’infermiera del Centro Neonati a Rischio che ti prende letteralmente di peso e ti sbatte, incredula e terrorizzata, davanti alla sua culla termica, le tate del reparto di chirurgia che ti aiutano a conservare il latte nel freezer della loro cucina nella speranza di poterlo un giorno, chissà quando e chissà se, somministrare.
E invece CAREGIVER sono tutte queste persone. CAREGIVER familiare sei, soprattutto, tu, chiamata a prenderti cura di tua figlia nella sua lotta contro la bestia. Senza nessun preavviso. Senza che nessuno ti abbia chiesto se sei d’accordo. Senza che nessuno ti abbia mai insegnato a farlo. Senza sapere se riuscirai a farlo e, se si, a farlo bene. Senza via di scampo o possibilità di scelta. Senza nessuno che comprenda e che si prenda a sua volta cura di te.
E allora si, ben venga il termine CAREGIVER se accompagnato da adeguati contenuti, reti di supporto e formazione. Solo così ne vedremo il senso e la direzione.
Luisa Bertani